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martedì 5 giugno 2012

Una bomba di frutta

Questa volta devo proprio ringraziare un amico di lunga data, nonché mio compagno di band, per avermi fatto gentil cadeau della bottiglia di cui vi sto per raccontare, che ha preso direttamente in loco durante una delle sue passate visite in quella bellissima cittadina che è Montefalco, in Umbria. Nel dettaglio si tratta del Sagrantino di Montefalco DOCG COLLE GRIMALDESCO 2003 del produttore Tabarrini.
Il sagrantino è già noto per essere un vitigno che dona vini tannici, strutturati e concentrati, se poi aggiungiamo che il 2003 è stata un’annata intensamente calda e assolata, i presupposti per trovarci davanti ad un vino iperconcentrato e muscoloso c’erano tutti. Ancora di più, considerando che l’etichetta riportava un volume alcolico del 15%!!!
E invece, quasi sorprendentemente, si è rivelato meno “polposo” di quello che pensavo.
Al bicchiere, manco a dirlo, si mostra rosso rubino con qualche riflesso granata, scuro e impenetrabile, concentratissimo nel colore e nell’intensità.
La prima impressione che ho avuto avvicinando il naso al bicchiere è stata simile ad una marmellata di prugne e more stramature. Una miriade di frutti neri, con una vena di surmaturazione che non invecchia, ma anzi, impreziosisce la complessità del vino. Certo, non ci si può aspettare un vino “fresco” quando si sceglie un tal vitigno, in una tale annata, ma vi garantisco che l’assieme del frutto che ne emergeva era davvero piacevole e ben amalgamato. Seguono a ruota, intensi e imperiosi, cioccolato nero e caffè, uniti a una sottile nota di cuoio di sfondo. Col passare delle mezz’ore la frutta nera ha preso ancora più il sopravvento, pur lasciando sempre vivissimi il cioccolato fondente e il caffè.
In bocca mostra una struttura e una concentrazione notevoli (non poteva essere altrimenti). Si sente abbastanza il “calore” alcolico, però non risulta invadente, perché comunque surclassato rapidamente dalla concentrazione fruttata e dalle note terziarie in emersione. Anche qui, assolutamente protagonisti i frutti neri maturi, mora, ciliegia, prugna e, ad impreziosire il tutto, una bellissima nota di fichi neri a completare una gamma davvero variegata. Immancabili i tannini, vivi, potenti, ancora quasi ruvidi, ma nel complesso discretamente amalgamati nell’assieme del sorso. Chiude ancora in un finale lungo e piacevole di cioccolato nero, caffè, cuoio e tabacco.
Ultimamente sono pochi i vini di tale concentrazione che non mi risultino “stancanti” nella beva. Questo Colle Grimaldesco ne fa sicuramente parte, tanto che pur nella sua muscolosità, risulta di beva piacevole e invitante, se ottimamente accompagnato da uno spezzatino di manzo in rosso, come nel nostro caso.
Purtroppo questa volta le pulizie di casa sono state più rapide della mia macchina fotografica, quindi niente foto della bottiglia originale, ma vi posto un’immagine della sola etichetta che ho trovato in giro per il web.

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