Rieccomi qua. E’ un bel po’ che non scrivo nulla di nuovo qui, ma d’altronde, come mi ero ripromesso fin da subito, farò un nuovo post ogni qualvolta avrò un vino veramente buono di cui raccontare. E oggi c’è!
Ci sono produttori vinicoli che hanno delle “punte di eccellenza” in determinate annate o in singoli vini, ma ce ne sono pochi che hanno una produzione costantemente di altissimo livello, pur considerando le difficoltà climatiche negli anni critici.
Appartiene a questa seconda tipologia la Fattoria Selvapiana, azienda nel cuore della zona vicino a Firenze in cui nasce il Chianti Rùfina d.o.c.g. E proprio di uno dei loro prodotti, il Chianti Rufina “VIGNETO BUCERCHIALE” del 2000, è il vino che ha accompagnato la mia cena di ieri sera.
Un vino sorprendente, che mi ha fatto presagire fin dal colore la sua grande concentrazione. Si è presentato rosso rubino carico con discreti riflessi granata, d’altronde sono passati 8 anni dalla vendemmia.
I profumi sono stati ben intensi, carichi di note di prugna e marmellata di ciliegie, ma con sfumature speziate, tipiche dei grandi sangiovese invecchiati, e una leggera nota balsamica. Molto interessante come la grande “potenza” dei profumi non andasse a scalfire la piacevolezza al naso.
Al gusto ha mostrato grande concentrazione e complessità, in cui si sono alternati gli iniziali aromi di ciliegia e mora con i successivi di spezie, tabacco e un finale lievemente erbaceo (ma proprio lieve).
Un grande vino, che ha fatto da degno erede alle annate precedenti che mi era capitato di assaggiare in un’apposita verticale fatta qualche mese fa’. Per la cronaca, in quell’occasione avevamo provato le annate 1985, 1988, 1990, 1993, 1995 e 1999. Pensate che in quell’occasione, la bottiglia migliore a detta di tutti i presenti era proprio la 1985, e questo dimostra la grandiosità e la longevità di questo prodotto!!!