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giovedì 28 aprile 2011

Colpo di teatro delle 19:00!!!

Che cosa avrei potuto rispondere, secondo voi, ad un amico che sabato pomeriggio mi ha detto: “che ne dici stasera di farci lo CHATEAU ANGELUS 1999?”
“Ma no… dai… ma ti sembra il caso, con quello che costa? Piuttosto pesco dalla mia cantina uno dei miei chianti del 2007.”… SEEEE… PINOCCHIO!!! Col cavolo che avrei risposto così!!! (con tutto il rispetto per i miei amatissimi chianti).
Inutile dire che ci sono rimasto di sasso, dato che si tratta di uno dei grandissimi vini di Bordeaux, per la precisione un Saint-Emilion 1er Grand Cru Classé, uno dei vini che fanno parte della “leggenda” enologica mondiale; quindi non ho saputo far altro che accettare e ringraziare. Ma ancora non sapevo che come “apertura” della serata, questo mio stesso amico aveva deciso di assaggiare con noi lo champagne BLANC DE BLANCS, MILLESIME 1996 di BRUNO PAILLARD, un altro vino di cui avevo letto e sentito grandi cose.
Che dire? Alle 19:00 di sabato ho scoperto che ci saremmo trovati davanti ad una grande seratona! Spettacolo!!!
Ma procediamo con ordine: abbiamo stappato contemporaneamente le due bottiglie, per dar modo al nostro rosso di ossigenarsi un pochino, e già dai tappi, di entrambi i vini, si sentiva subito che avremmo avuto a che fare con due grandissimi prodotti.
Il nostro champagne ha mostrato un bel colore giallo oro vivo, limpido e abbastanza carico, con bollicine fini e continue che salivano gioiosamente verso la superficie.
Al naso mi ha sorpreso per la finezza nei profumi, contemporaneamente fini ma complessi, decisamente variegati, dei quali ha predominato dapprima la crosta di pane appena sfornato e le note agrumate dello chardonnay, seguite poi con minore intensità da fiori bianchi, ananas e miele in successione piacevolissima e perfettamente distinguibile.
In bocca è risaltato per freschezza, acidità e perfetto equilibrio, bello minerale e di discreta struttura pur trattandosi di un blanc de blancs (azzardo forse che sia chardonnay in purezza?) con le note agrumate in bella evidenza, tra le quali in predominanza il pompelmo rosa, poi erbe aromatiche, spezie fini e sul finale il lungo ritorno della crosta di pane. Un vino complessissimo, che avvia il sorso con una gamma di sensazioni e lo chiude con tutt’altra. Eccezionale da tutti i punti di vista, non siamo riusciti a trovargli un solo difetto.
L’abbinamento non sarebbe di certo quello consigliabile “sulla carta”, ma vi garantisco che ha accompagnato splendidamente i bigoli al ragù d’anatra che erano previsti come primo piatto.
Come secondo piatto ci siamo fatti le costolette di maialino marinate, rosolate e sfumate con birra rossa scozzese. E lì… lo Chateau Angelus ha fatto vedere di che prodotto stiamo parlando!
Colore rosso rubino vivo con qualche unghia di granato, non troppo carico, ma leggermente di più di altri bordeaux con cui ho avuto il piacere di incontrarmi. Probabilmente questo è dovuto alla buona percentuale di merlot (se non ricordo male, attorno al 40%, mentre il rimanente è quasi tutto cabernet franc).
Al naso ha mandato un’esplosione di prugna nera, marmellata di more e marasca, attorniata da una buona speziatura, tabacco e cioccolato nero. Un’eleganza e una finezza che non ti aspetti, unite ad una buona intensità nei profumi, nei quali mi sono divertito a cercare ogni piccola sfumatura… e ce n’erano… moltissime!!!
In bocca ha mostrato una discreta struttura, ma in perfetto equilibrio con l’eleganza e con tannini morbidissimi, vellutati e piacevoli, che facevano da contorno a una marmellata di more e prugne secche, in bella evidenza, seguite da cassis, tabacco da pipa, erbe officinali e un bellissimo finale di cacao.
Un vino di beva più che piacevole, rotondo e affascinante data l’enorme complessità delle sensazioni che si potevano estrapolare da ogni singolo sorso, dalle quali sembrava assolutamente assente l’alcol, malgrado i 13,5% indicati in etichetta.
Eh, c’è poco da dire… Ai grandi Bordeaux dobbiamo solo fare “chapeau”!
Toh… Mi è venuta pure la rima.