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giovedì 26 aprile 2012

Qualcosa di speciale

Il legame tra vino e territorio di produzione è senza dubbio strettissimo. Ci sono poi alcuni vitigni autoctoni, molti dei quali poco noti al “grande pubblico”, ma ben conosciuti dagli appassionati del settore, che legati ad un territorio decisamente ristretto sanno dare vini di una tipicità e di una qualità davvero uniche.
Uno di questi vitigni è il Timorasso, uva a bacca bianca che viene prodotta in quantità davvero limitate nella zona dei colli Tortonesi, nel basso Piemonte, a ridosso dei primi Appennini. Quest’uva nei decenni passati era stata quasi del tutto abbandonata per dare spazio all’uva Cortese, più produttiva, ma grazie ad alcuni intrepidi vignaioli, il timorasso sta conoscendo una nuova fortuna, che lo sta portando rapidamente alle più alte valutazioni sulle guide di settore.
Uno di questi vignaioli me lo fece conoscere qualche anno fa’ un amico oste, proponendomi per una cena di pesce un doc Colli Tortonesi timorasso DERTHONA (non ricordo l’annata) del produttore Vigneti Massa.
Questo vino mi è rimasto così nel cuore da acquistarlo ogni volta che mi capiti di trovarlo sugli scaffali di qualche enoteca, e vi assicuro che non è sempre così facile.
Ieri sera ho provato per la prima volta l’annata 2008, come abbinamento ad un bel trancio di salmone al limone e rosmarino, e come sempre ho trovato un vino davvero interessante, pur di beva non propriamente “semplice”, date le caratteristiche non comuni che possiede.
Colore giallo dorato carico, limpido e brillante. Al naso, inizialmente timido, poi col tempo lascia salire note calde, mature di frutta gialla, mango, pesca e una vena di sottofondo di spezie mediterranee. Non particolarmente notevole l’intensità dei profumi, cosa che mi ha fatto presagire una grandissima concentrazione e una imponente struttura, perfettamente confermate con l’assaggio.
Al sorso mostra tutta la sua grande tipicità, differenziandosi davvero molto dalle classiche gamme organolettiche di altri vini bianchi più noti e diffusi. Ho sentito una grande predominanza di pompelmo rosa, mango, melone maturo, miscelati in un contesto sapido e strutturato, davvero notevole, pur mantenendo una discreta freschezza che rendeva il sorso piacevole e assolutamente non stucchevole. Si sente, eccome, la tipicità e l'unicità del vitigno, lo si riconoscerebbe subito tra molti altri; si sente anche il calore alcolico (14%), ma non invade; si nota anche una vena di surmaturazione che però non impasta, ma arricchisce il vino con un aspetto di complessità in più che non stona.
Chiude con salvia e altre erbe mediterranee, che lasciano un lungo finale piacevole e che invitano ad un nuovo sorso.
E’ la terza annata che assaggio di questo prodotto, tutte riuscitissime e assolutamente da tenere in cantina per le serate in cui si vuole stupire qualche amico appassionato con qualcosa di veramente diverso e speciale.

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