L’occasione era quella giusta: brindare all’auto nuova (anzi… no… pardonnez-moi… è usata…). Abbiamo stappato e brindato con uno champagne discretamente buono, che però non è il vino di cui volevo raccontare oggi, d’altronde… ubi maior…
Infatti siamo rimasti in terra d’oltralpe per provare uno dei miti in bottiglia dell’enologia mondiale, il mitico CHATEAU LAFITE ROTHSCHILD 1er cru classé Pauillac annata 2002.
Si tratta di un taglio di cabernet franc, cabernet sauvignon e (in minor quantità) merlot e petit verdot. Come dicevo, è considerato uno dei più grandi vini al mondo, ed infatti la sua fama è stata ben dimostrata “sul campo”.
Purtroppo ero un po’ raffreddato quella sera, ma la qualità e il livello di questo vino si sono fatti notare anche se i miei sensi non erano al 100%.
Dal colore si è mostrato di un bel rosso rubino non particolarmente carico ma ben limpido. Appena aperto spiccava un dolcissimo profumo di liquirizia accompagnato da un sentore speziato, poi, man mano che passavano i minuti sono stati sempre più pareggiati da ciliegia sotto spirito e lampone. Quello che ha colpito particolarmente è stata la finezza e l’eleganza nei profumi; non ce n’è stato nemmeno uno che si mostrasse predominante o aggressivo, anzi... i sentori che salivano dal bicchiere facevano l'effetto di una lieve brezza marina in una giornata afosa... un vero piacere!!! Purtroppo credo di essermi perso molte piccole sfumature o note di contorno ai sentori principali, d’altronde il raffreddore è il peggior nemico del degustatore!!!
In bocca ha confermato l’estrema finezza e si è mostrato per niente invasivo, con tannini morbidi e ben amalgamati agli altri aromi. Anche qui si sono fatti sentire dapprima la ciliegia e poi di contorno la speziatura e il finale di liquirizia che si era fatto sentire all’inizio. In questi grandi vini, va sottolineato come la morbidezza e la sensazione “vellutata” sulla lingua non siano date dal calore dell’alcool ma dal grandissimo equilibrio che è stato ottenuto tra tutte le componenti del vino (infatti la sua gradazione è del 12,5%). Elegantissimo e per niente aggressivo dall'assaggio fino all'ultimo sorso, con un'evoluzione che lo ha portato a migliorare di minuto in minuto man mano che passava il tempo.
Anche in questo caso devo confermare di aver avuto a che fare con un vero fuoriclasse.
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