Il miglior abbinamento con i formaggi stagionati è senza dubbio l’Amarone della Valpolicella, per il suo gusto intenso e concentrato e per la “potenza” delle sensazioni gusto-olfattive che comunica.
L’occasione di una cena proprio a base di formaggi (per la precisione gli stagionati erano un Val di Fassa fatto in malga, un Vezzena stravecchio e un provolone di vecchissimo invecchiamento, quasi da grattugiare) ci ha fatto stappare proprio l’Amarone della Valpolicella CAMPO DEI GIGLI 2003 della Tenuta Sant’Antonio.
Devo premettere che l’amarone è un vino da lungo invecchiamento, e provare oggi un 2003 significa sicuramente non avere il meglio da questo prodotto, ma è anche vero che gli amaroni più datati che abbiamo in cantina sono decisamente pregiati e meritano un occasione un po’ più speciale per essere aperti.
Intanto devo confermare che fin dal bicchiere, il Campo dei Gigli mostra un viola scuro quasi impenetrabile, d’altronde non potrebbe essere diverso da un vino composto in larga parte da un’uva che si chiama “Corvina”.
I profumi sono caldi e polposi; si sente abbastanza l’alcool (d’altronde con i suoi 16% è inevitabile), ma è tranquillamente surclassato da intensi folate di prugne secche e confettura di amarene. Mostra anche una lieve speziatura nel finale dell’olfatto, ma è al gusto che queste emergono decisamente, ben rafforzate da sensazioni di ciliegia matura e da una nota di dolcezza molto piacevole. Mancano purtroppo le note evolutive dei grandi amaroni di 10 anni di invecchiamento, ma la potenzialità ce l’ha sicuramente anche questo prodotto.
Manca un po’ in eleganza… l’intensità del gusto è forse un po’ eccessiva, cosa sicuramente dovuta all’annata estremamente calda e secca che quell’anno non ha risparmiato nemmeno i vigneti del veronese, però tutto sommato la forte concentrazione, il calore dell’alcool e l’intensità dei gusti lo hanno reso un buon compagno dei formaggi che avevamo a tavola, decisamente saporiti.
Provateci!
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