Questa volta vi racconto di una bottiglia che ho comprato nell’ultima edizione di “Cantine Aperte”, questa primavera.
Quella domenica, avendo impegnato la mattinata alla ricerca di ottimi funghi pioppini, non ho potuto fare molta strada nel pomeriggio per andare a visitare qualche cantina “famosa”, quindi mi sono fermato a Tezze di Piave, dove c’è la caratteristica azienda agricola Bonotto delle Tezze. Il loro vino di punta, manco a dirlo, visto dove si trova, è il raboso Piave doc POTESTA’, del quale ho comprato l’annata 2004.
Questo vitigno, il raboso del Piave appunto, è il principale dei vitigni autoctoni della zona. E’ un’uva che in generale fornisce vini rustici e spigolosi (basti pensare che la parola “raboso” deriva da “rabbioso”), come ogni tanto doveva essere il carattere dei vecchi contadini trevigiani, ma come loro, se trattato con il dovuto rispetto, sa ingentilirsi e far apprezzare anche una discreta eleganza.
Infatti questo vino nasconde gli aspetti ruvidi del vitigno e mostra un lato piacevolmente gentile di questa uva, ma senza perderne la tipicità. Nel bicchiere ha mostrato un colore rosso rubino vivo e brillante, non particolarmente carico, segno di una concentrazione per niente spinta. Al naso ha mostrato profumi non molto intensi ma di discreta finezza, con una piccola prevalenza di ribes e mora, ma con una nota lievemente erbacea che caratterizza un po’ tutti i vini di questa zona.
In bocca non ha mostrato una grande struttura, ma una grande acidità (quindi un vino decisamente “fresco”) unita ad una discreta dolcezza e a tannini molto morbidi hanno reso i sorsi ben piacevoli. Non un vino eccelso ma di beva piacevole, senza perdere la tipicità del vitigno.
Ha accompagnato splendidamente un tomino alla piastra avvolto nello speck.
Se poi aggiungiamo che mi è costato decisamente poco, allora diventa proprio un vino interessante.
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