Aver a che fare col mondo dei blog porta, tra le altre cose, anche gradite sorprese come questa di cui mi accingo a scrivere. Infatti è successo quasi per caso che capitassi sul blog dell’amico Gianpaolo Paglia, proprio quando aveva appena scritto della loro nuova uscita enologica. Si tratta del ciliegiolo in purezza VALLERANA ALTA annata 2008 (la prima) prodotto dal vignaiolo Antonio Camillo in collaborazione con l’azienda di Gianpaolo, Poggio Argentiera.
Data la novità del vino, di cui potete leggere alcune informazioni sul sito di Poggio Argentiera, Gianpaolo ha deciso di seguire anche questa volta la consuetudine che l’ha contraddistinto tra gli appassionati enoici e internauti, ovvero di scegliere un ristretto numero di bloggers a cui far assaggiare il proprio vino, dando così la possibilità di scriverne liberamente sul web, senza moderazioni e senza censure.
Mi complimento con lui e con tutta la sua azienda per la volontà di “mettersi in gioco” con i diretti consumatori, invece di limitarsi a comparire sulle guide e sulle riviste di settore; secondo me è un grande segnale di serietà e di attenzione verso la clientela finale, che (alla fin fine) è quella a cui deve piacere effettivamente il vino.
Come dicevo, sono entrato a far parte dei 5 fortunati che hanno avuto la possibilità di assaggiare questo nuovo prodotto in assoluta anteprima, per puro caso, dato che ho risposto tra i primi, perché non potrei sicuramente gareggiare per competenza e visibilità con altri bloggers, decisamente più esperti di me. Comunque sia il vino è arrivato puntuale la scorsa settimana e la curiosità me lo ha fatto aprire quasi subito, domenica sera.
Innanzitutto, devo premettere che l’ho trovato ben diverso dal primo ciliegiolo che avevo assaggiato prodotto sempre dalle stesse persone, il Principio di cui avevo raccontato qualche mese fa’.
Ho notato la differenza fin dal colore nel bicchiere, più carico, di un bel rosso rubino vivo, con un’unghia di granatura leggera a bordo bicchiere, pur mantenendo una buona trasparenza.
Avvicinando il naso al bordo, si è fatta sentire immediatamente una ventata di ciliegia matura, evidente e nitida come in poche altre occasioni, attorniata da una leggerissima speziatura e da una fine nota legnosa, che si è attenuata con il passare dei minuti. Mi è piaciuta molto l’intensità del profumo, avrei forse preferito un pochino di varietà nelle note fruttate, che invece hanno mostrato solo questa carica e preponderante ciliegia (accompagnata, forse dopo un’oretta dall’apertura, da un leggero profumo di viola, quasi timido a mostrarsi, ma questa sensazione era forse più cercata da me che effettivamente percepita). Non so dire se la monovarietà della frutta dipendesse da una mancanza di altre sensazioni o dall’effettiva preponderanza della nota principale.
Sembrava quasi di aver messo il naso in un vasetto di marmellata di ciliegie, più che in un bicchiere di vino. Sicuramente non un difetto, ma diciamo probabilmente una caratteristica intrinseca, dato il vitigno (ciliegiolo, appunto…). Mi piacerebbe sapere se questo fosse un risultato effettivamente cercato dai produttori, o se derivi dal terroir della zona.
In bocca ha mostrato una discreta struttura, forse più vicina ad un sangiovese “base”, che ad un tipico ciliegiolo, ma del resto i due vitigni sono molto imparentati tra loro. In ogni caso la corposità non si mostra assolutamente eccessiva, anzi rimane una buona freschezza e una grande bevibilità. I tannini sono presenti ma non spiccano, sembrano quasi fluidi, pur donando una morbida astringenza, e lasciano emergere (finalmente!!!) anche un po’ di complessità nelle sensazioni fruttate rispetto al naso. Predomina, manco a dirlo, una bella confettura di ciliegie, attorniata da una bella sensazione di prugna matura e mora nera, con un finale discretamente lungo, piacevole e lievemente speziato.
Un prodotto assolutamente da consigliare per chi volesse prendere confidenza con un buon ciliegiolo di Maremma; ancora di più se teniamo in considerazione che questo vino sarà messo in vendita attorno ai 14 euro in azienda... Sicuramente ben spesi!
Data la novità del vino, di cui potete leggere alcune informazioni sul sito di Poggio Argentiera, Gianpaolo ha deciso di seguire anche questa volta la consuetudine che l’ha contraddistinto tra gli appassionati enoici e internauti, ovvero di scegliere un ristretto numero di bloggers a cui far assaggiare il proprio vino, dando così la possibilità di scriverne liberamente sul web, senza moderazioni e senza censure.
Mi complimento con lui e con tutta la sua azienda per la volontà di “mettersi in gioco” con i diretti consumatori, invece di limitarsi a comparire sulle guide e sulle riviste di settore; secondo me è un grande segnale di serietà e di attenzione verso la clientela finale, che (alla fin fine) è quella a cui deve piacere effettivamente il vino.
Come dicevo, sono entrato a far parte dei 5 fortunati che hanno avuto la possibilità di assaggiare questo nuovo prodotto in assoluta anteprima, per puro caso, dato che ho risposto tra i primi, perché non potrei sicuramente gareggiare per competenza e visibilità con altri bloggers, decisamente più esperti di me. Comunque sia il vino è arrivato puntuale la scorsa settimana e la curiosità me lo ha fatto aprire quasi subito, domenica sera.
Innanzitutto, devo premettere che l’ho trovato ben diverso dal primo ciliegiolo che avevo assaggiato prodotto sempre dalle stesse persone, il Principio di cui avevo raccontato qualche mese fa’.
Ho notato la differenza fin dal colore nel bicchiere, più carico, di un bel rosso rubino vivo, con un’unghia di granatura leggera a bordo bicchiere, pur mantenendo una buona trasparenza.
Avvicinando il naso al bordo, si è fatta sentire immediatamente una ventata di ciliegia matura, evidente e nitida come in poche altre occasioni, attorniata da una leggerissima speziatura e da una fine nota legnosa, che si è attenuata con il passare dei minuti. Mi è piaciuta molto l’intensità del profumo, avrei forse preferito un pochino di varietà nelle note fruttate, che invece hanno mostrato solo questa carica e preponderante ciliegia (accompagnata, forse dopo un’oretta dall’apertura, da un leggero profumo di viola, quasi timido a mostrarsi, ma questa sensazione era forse più cercata da me che effettivamente percepita). Non so dire se la monovarietà della frutta dipendesse da una mancanza di altre sensazioni o dall’effettiva preponderanza della nota principale.
Sembrava quasi di aver messo il naso in un vasetto di marmellata di ciliegie, più che in un bicchiere di vino. Sicuramente non un difetto, ma diciamo probabilmente una caratteristica intrinseca, dato il vitigno (ciliegiolo, appunto…). Mi piacerebbe sapere se questo fosse un risultato effettivamente cercato dai produttori, o se derivi dal terroir della zona.
In bocca ha mostrato una discreta struttura, forse più vicina ad un sangiovese “base”, che ad un tipico ciliegiolo, ma del resto i due vitigni sono molto imparentati tra loro. In ogni caso la corposità non si mostra assolutamente eccessiva, anzi rimane una buona freschezza e una grande bevibilità. I tannini sono presenti ma non spiccano, sembrano quasi fluidi, pur donando una morbida astringenza, e lasciano emergere (finalmente!!!) anche un po’ di complessità nelle sensazioni fruttate rispetto al naso. Predomina, manco a dirlo, una bella confettura di ciliegie, attorniata da una bella sensazione di prugna matura e mora nera, con un finale discretamente lungo, piacevole e lievemente speziato.
Un prodotto assolutamente da consigliare per chi volesse prendere confidenza con un buon ciliegiolo di Maremma; ancora di più se teniamo in considerazione che questo vino sarà messo in vendita attorno ai 14 euro in azienda... Sicuramente ben spesi!
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