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venerdì 18 marzo 2011

Ho sbagliato... per fortuna!!!

Qualche giorno fa’, mentre in enoteca stavo scegliendo qualche bottiglia da tenere a casa, mi sono imbattuto in uno scaffale di Chianti Classico 2004 del produttore Fontodi, che conosco molto bene, dato che non manco mai di far loro visita ogni volta che faccio un salto in terra di Toscana (sono gli stessi che producono il Flaccianello della Pieve di cui ho già parlato ampiamente).
L’annata 2004 è stata abbastanza buona nella loro zona e nel Chianti in generale, quindi dato anche il prezzo relativamente basso (sui 14 euro in enoteca) non ho esitato nemmeno un istante. Purtroppo (o per fortuna), ho la dannata abitudine di confrontare controluce due/tre bottiglie dallo stesso scaffale per verificare eventuali cali di livello, che di solito è presagio di tappo fallato (LO SO: questa cosa si fa con i vini particolarmente invecchiati, ma mi viene automatico farlo sempre… Sarò mentalmente deformato, che volete farci?). Un mio amico dice che secondo lui lo faccio per scegliere la bottiglia dove c’è più contenuto… Bah, magari avrà pure ragione!!! Ahahahahah…
Comunque sia, per una possibile svista del commesso dell’enoteca, oppure per distrazione di un cliente precedente, fatto sta che nello scaffale dell’annata 2004, era presente una bottiglia del 2005. Io purtroppo non ci ho fatto caso, e fatalità mi sono portato a casa per errore proprio quella!
Purtroppo il 2005 in Toscana è stata un’annata altalenante, che ha dato, per carità, alcune sorprese positive, ma in linea generale risulta qualitativamente inferiore alla precedente. Per questo, quando ho riposto la bottiglia nella mia cantina e ho guardato bene l’etichetta ho arricciato un po’ il naso e ho detto, vabbè… questa non vale la pena farla invecchiare, me la bevo stasera. E ho fatto proprio bene!!!
Questo Chianti Classico 2005 di Fontodi rientra sicuramente in quelle “sorprese” positive della sua annata che citavo poco fa’. Al bicchiere ha mostrato un bel rosso rubino discretamente carico, con una leggerissima unghia granata, ma mi vien da dire che forse c’era e forse no. L’intensità del colore mi ha subito confermato quello che effettivamente già sapevo, ovvero che oltre al sangiovese è presente una buona percentuale di qualche altro vitigno ben carico di colore, nella fattispecie il cabernet sauvignon (se non ricordo male presente per circa il 30%).
Al naso mi ha stupito per la buona intensità delle sensazioni fruttate, davvero ben amalgamate: marasca matura in primis, seguita poi da mora, prugna, cassis (il cabernet si sentiva in maniera inequivocabile) e da un bel tappeto speziato.
In bocca è partito subito di buona struttura, discretamente concentrato e abbastanza tannico (pur mantenedo una discreta acidità e un ottimo equilibrio), richiamando la marasca matura sentita all’olfatto in primo impatto, ma poco dopo è emersa iconfondibile la prugna matura del cabernet sauvignon, che è sfumata poi in una sensazione di spezie e in una chiusura piacevolmente erbacea a fine sorso. Molto piacevole e invitante alla beva.
Pensavo di aver preso una cantonata nell’aver sbagliato bottiglia, e invece tornerò presto in negozio a prenderne un’altra, magari assieme ad una del 2004 per una mini verticale da fare in compagnia.
E Magari stavolta mi ricorderò di far caso alle etichette!!! Mannaggia a me…

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