Per farvi capire la qualità di questo prodotto, vi descrivo in che moto è avvenuto l’assaggio: un venerdì sera, a cena nell’osteria di un nostro amico, non avevamo ancora deciso il “rosso” della serata, al che il titolare del locale mi dice “Vuoi un vino vecchio?”. La mia pronta risposta “Ok, vai!”.
Ci ha presentato in tavola la bottiglia coperta con la stagnola, in modo da non farci vedere di che prodotto si trattasse. Ha versato il vino e abbiamo iniziato le nostre ipotesi…
Il colore era un rosso granato, non particolarmente carico, ma bello limpido. Tutto perfettamente in linea con l’età avanzata: 21 anni di invecchiamento non sono mica pochi!
Al naso, dopo un’iniziale fase di “chiusura” (molti esperti del settore chiamano quella che io definisco “fase di chiusura” come sentore di “sella di cavallo”… E’ una caratteristica molto frequente all’apertura dei grandi vini invecchiati, ma deve svanire con l’ossigenazione all’aria, altrimenti si tratterebbe di un grosso difetto!!!), pian piano rivelava delicati ed elegantissimi profumi di frutta rossa matura, soprattutto prugna e viola, accompagnate da note di tabacco e caffè.
Facile individuare che si trattasse di un taglio bordolese (come accennato altre volte, si chiamano così i vini realizzati in prevalenza da diverse percentuali di merlot e cabernet). Ora si trattava di capire più o meno da che zona provenisse.
Al gusto mostrava un’eleganza eccezionale, finezza di tannini e una sensazione quasi vellutata al palato. Si sono confermati anche qui gli ottimi sentori di prugna, le note speziate, il tabacco e il lungo finale di caffè. L’eleganza e la perfetta rotondità di questo vino mi hanno fatto sbilanciare nettamente per un grande Bordeaux francese e questa mia idea è stata rafforzata e confermata da tutti gli altri presenti.
Da sottolineare, inoltre, la freschezza e l’acidità ancora quasi vibranti di questo vino, tanto che mi sarei sbilanciato per un vino di 10/15 anni di invecchiamento, non di più.
A questo punto abbiamo chiamato il nostro amico oste e, come si dice in un noto programma televisivo, gli abbiamo detto “La accendiamo! Si tratta di un francese”.
E invece… Abbiamo toppato!!!
Lui ha sorriso e ha tolto la stagnola… “Mettendo a posto la cantina, mi è saltato fuori un cartone di questo vino che non sapevo nemmeno più di avere, ne ho aperto una bottiglia e sono rimasto a bocca aperta”.
La mia risposta è stata “Beh… Anche noi”!!!
Avrei voluto vedere da esterno le nostre facce quando abbiamo letto l’etichetta. Ci sembrava incredibile che un vino “de li Castelli”, zona nota storicamente per produzioni massive destinate alla città di Roma, più che per la ricerca di particolari qualità nei vini che vi nascono, mostrasse una personalità del genere dopo ben 21 anni dalla vendemmia.
Una vera sorpresa!
Concludo raccontando che dopo qualche mese, trovandomi a Roma per altri motivi, sono andato a trovare il produttore di questo vino. Ho trovato una persona squisita, umile e competente, il Sig. Armando, con cui abbiamo fatto una chiacchierata di quasi tre ore sulla sua azienda e sul mondo del vino in generale. Ho assaggiato assieme a lui l’annata 2007 dello stesso vino (che ora si chiama IL VASSALLO, non più “Vigna del Vassallo”), del quale mi sono portato a casa senza battere ciglio tre belle bottiglie. Ora sono nella mia cantina ad invecchiare, e vedremo se replicheranno i risultati del loro “avo” del 1988.
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