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lunedì 3 gennaio 2011

Passar capodanno con due francesi...


Pottrebbe sembrare un titolo per raccontare di un capodanno a "luci rosse"... E invece parliam ancora di vino!!!

A capodanno l’unica bottiglia che non può mancare sulle tavole di un buon appassionato è la classica “bollicina” per brindare allo scoccare della mezzanotte. Noi, giusto per non rischiare di essere senza, abbiamo direttamente passato tutta la cena in compagnia di due champagne, autentici fuoriclasse in bottiglia: il KRUG millesimato 1996 (tra l’altro in magnum!) e il DOM PERIGNON ROSE’ 2000.
Queste due etichette fanno parte del gotha della produzione francese, sono note in tutto il mondo come due tra i migliori vini prodotti in questa fortunata regione, che è appunto il nord-est della Francia. Dopo l’assaggio, non abbiamo avuto alcun dubbio sui motivi di tale fama!!!
Abbiamo iniziato con il Krug, dato che era in magnum, per poter accompagnare sia l’antipasto che il primo.
Già stappare questo “titano” da un litro e mezzo mi ha messo una certa emozione, e l’annusata al tappo di rito metteva paura al solo pensiero che potesse risultare fallato.
Invece no… E per di più già dal tappo iniziavamo a presagire molto di quello che ci stava aspettando di lì a poco!!!
Iniziamo dal colore, un bellissimo giallo oro limpidissimo e brillante, solcato da un fine e persistente perlage.
Al naso, un’esplosione di sentori, di intensità eccezionale, nei quali ha predominato fin da subito un carosello di agrumi, ananas, fiori di campo e crosta di pane caldo. Successivamente sono emersi anche il ribes e una vena “burrosa”, morbida e carezzevole sulle narici. Mi ha lasciato di sasso la potenza con cui tutto questo saliva dal bicchiere, ma senza alcuna spigolosità, anzi, la complessità enorme riusciva a mantenere un grande equilibrio e una discreta eleganza. Cosa che si può ritrovare solo in prodotti come questo, di eccezionale levatura.
Al palato ha ben confermato la fama di fuoriclasse, con una sapidità e una freschezza davvero invidiabili, e che raramente mi sono capitate in altri vini, tanto che la sua facilità di beva invitava subito a prendere un secondo sorso, quasi fosse stato un vino “leggero”. Qui le note agrumate, pur presenti, hanno lasciato primeggiare i piccoli frutti rossi, soprattutto ribes e visciola sicuramente provenienti dal pinot nero, presente a quanto sembra in buona percentuale anche in questa annata, uniti ad una piacevolissima nota affumicata nel finale del sorso, che completava la complessità dei sentori di questo incredibile prodotto.
Da notare che gli agrumi, ed in particolare il pompelmo rosa, sono tornati in netta predominanza anche al gusto quando, la sera successiva, ho terminato gli ultimi due bicchieri che erano rimasti nella bottiglia dopo a fine serata. Con i secondi, invece, siamo passati al Dom Perignon rosé, che a detta di molti “esperti” del settore, dovrebbe essere il miglior rosé tra tutte le bollicine francesi.
Personalmente non so se posso proprio definirlo il migliore, ma sicuramente “se la gioca” con uno o due altri prodotti al massimo!!!
Il colore di questo secondo vino non è assolutamente definibile come rosa; è un bellissimo rosso chiaro e trasparente, perfettamente limpido e solcato da fini ed eleganti bollicine. Il rosa, lasciamolo ad altri prodotti minori…
Al naso è potente ed elegante al tempo stesso, con predominanza di frutti di bosco, lamponi, ribes, ciliegia, seguiti a breve distanza dai sentori di ananas e agrumi tipici dello chardonnay, e da un finale di lieve speziatura. Poche le note di crosta di pane, non perché non fossero presenti, bensì perché sovrastate dall’intensità dei sentori di frutta rossa derivanti dal pinot nero, qui presente sicuramente in maggioranza.
Se fosse stata una degustazione ad occhi bendati, appena messo in bocca il primo sorso, avrei sicuramente pensato ad un rosso di Borgogna, se non fosse stato per le bollicine. Il corpo e la struttura erano quelle di un pinot nero vinificato fermo, come pure la presenza al palato di frutti rossi, di ribes e ciliegia sopra agli altri, ma con maggiore acidità e grande freschezza. Eccezionali la morbidezza del tannino e la rotondità complessiva, con un finale lunghissimo terminante in un sentore quasi speziato.
Insomma, due prodotti eccezionali che ci hanno fatto trascorrere una bella serata in compagnia, chiacchierando del più e del meno, disquisendo di politica, vini, donne e mestieri, tanto che, se la TV accesa non avesse iniziato il famoso countdown, non ci saremmo nemmeno accorti che era ormai giunta mezzanotte.
Buon 2011 a tutti!!!

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