C’è poco da dire… quando i francesi decidono di fare un “bollicine” davvero buono, hanno quella marcia in più!!! D’altronde, hanno il clima, hanno il terreno, e soprattutto hanno tre secoli di esperienza in più di noi!!!
Questo concetto me l’ha di nuovo confermato un paio di giorni fa’ un ottimo champagne, il “V.P.” della cantina Egly-Ouriet. La sigla sta per Vieillissement Prolongé, ovvero un vino che rimane sui lieviti per un tempo molto maggiore rispetto agli champagne di normale produzione dell’azienda.
Il risultato è un vino dal color paglierino carico, e così deve essere per forza, essendo composto da sola uva pinot noir (vinificata in bianco, senza la buccia, per chi non lo sapesse), con un bel perlage fine e persistente.
Al naso ha mostrato una grande finezza dei profumi, eleganti e freschi ma forse un po’ troppo esili nell’intensità complessiva. Ho sperato che questo, invece che un difetto, fosse un segnale di grande concentrazione e grande mineralità al gusto, ben al di sopra della media… e così è stato!
In bocca ha subito “mostrato i muscoli”, con una potenza e una struttura che difficilmente si trovano negli champagne francesi. Evidentissimo un piacevole gusto di ribes, tipico del pinot noir, davvero in forte supremazia sulle altre sensazioni, poi si notano la grande salinità e la mineralità di questo vino accompagnate da un finale amandorlato che rimane in bocca per diversi secondi dopo il sorso.
Sono pochi gli champagne che mi sorprendono, e questo lo ha fatto in maniera davvero prorompente, tanto che dopo il primo sorso mi è scappato ad alta voce un “caspita!” che ha fatto lanciare qualche sguardo incuriosito dai tavoli vicini. Sicuramente non è adatto come “apertura” di una cena di pesce, ma vi garantisco che ha accompagnato splendidamente l’ottima frittura mista che avevo ordinato per secondo!
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